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I FORMATORI DI BRA e L’ESTATE DI SAN MARTINO

Mercoledì pomeriggio, ore 14,30: la classica riunione dell’organo collegiale, inizialmente prevista nella palestra dell’istituto per rispettare il protocollo anti-Covid, cambia sede. Il cortile, tanto caro a don Bosco e a tutti noi, è la location ideale in una giornata particolare: 11 novembre. San Martino. Che, come da tradizione, ha regalato uno scampolo d’estate. Ecco allora che anche i formatori ne approfittano; ognuno, prelevando una sedia dal porticato, si sistema e in un attimo il grande cerchio è composto. Tanti gli argomenti, ma uno su tutti: la FAD. Avviata per DPCM lo scorso 5 novembre (anche se si poteva tardare di un giorno) con la modalità 100 per cento sincrona. Le fatiche, le delusioni, le soddisfazioni, le risposte, gli orari, le assenze, le connessioni, gli ambienti, gli strumenti: tutto quanto concorre a vivere questo tempo particolare, nel quale – con grade resilienza – continuiamo ad avere i ragazzi in presenza per le ore di laboratorio, è entrato nella discussione. A tratti accesa, con formatori che hanno espresso opinioni molto sentite, vissute, anche divergenti. Tutte però convergenti sull’unica finalità che stiamo cercando di conseguire: il «ben-essere» dei nostri giovani. Obiettivo questo che non viene perso di vista neppure per l’ambito pastorale, con una nuova programmazione delle animazioni del mattino. Poi ancora orientamento, che sarà online e in presenza (solo su prenotazione) e la proposta dell’utilizzo del servizio mensa sia per i formatori sia per i giovani che si fermano in istituto nella pausa pranzo della giornata in cui hanno rientro. Un paio di comunicazioni, anche relative alla gestione del sito bra.cnosfap.net e dell’annesso canale Youtube che sarà dedicato proprio a far conoscere le nostre molteplici attività a coloro che sono interessati ai nostri percorsi formativi.

La storia del santo dei pellegrini.

Martino di Tours fu un vescovo cristiano che visse nel IV secolo d.C., nato in Pannonia, corrispondente in parte alla moderna Ungheria, e figlio di un veterano di guerra che lo spinse ad arruolarsi come soldato scelto una volta raggiunta l’età giusta. Quando divenne membro dell’esercito romano, Martino venne spedito in Gallia e lì avvenne il fatto che gli cambiò l’esistenza. Secondo la tradizione, infatti, durante una ronda a cavallo, Martino notò un mendicante tremante per il freddo. Impietosito, tagliò il suo bel mantello a metà e lo condivise con il poveretto. Poco dopo, incontrò un altro mendicante a cui regalò l’altra metà del mantello e improvvisamente uscì un sole splendente, spazzando via il freddo e regalando un giorno di caldo quasi estivo. Quella stessa notte gli comparve in sogno Gesù Cristo che gli restituì la metà di mantello che gli era stata prestata: era lui, infatti, uno dei mendicanti aiutati da Martino. Dopo questo episodio, corse a farsi battezzare e intraprese il cammino della Fede e, dopo vent’anni passati a servire l’Impero, decise di lasciare l’esercito e dedicarsi alla vita monastica. Viaggiò in lungo e in largo per convertire i pagani e alimentare il culto cattolico, soprattutto nelle campagne, per le quali il futuro santo ebbe sempre un occhio di riguardo. La sua propensione ai viaggi lo rese il santo patrono dei pellegrini.

Valter Manzone
Direttore CFP Bra